Richiesta di archiviazione per l’inceneritore di Pinzano

11 Settembre nefasto per Ecotrattamenti, società che voleva realizzare l’inceneritore di Pinzano. La Conferenza dei Servizi si è conclusa con la richiesta di archiviazione: la procedura “in semplificata” non è ammissibile.

Noi l’abbiamo sempre detto, ma erano pochi quelli della comunità politica limbiatese che credevano che la partita si sarebbe conclusa in questo modo.

Varisco invece ci ha sempre creduto, così come i duemila cittadini che avevano sottoscritto l’appello del Comitato “+Limbiate-Cemento” e quei consiglieri che hanno sostenuto la battaglia contro l’insediamento dell’inceneritore.

Ma possiamo dire conclusa la vicenda?

Direi di no, perché Ecotrattamenti, attraverso il loro legale, ha dichiarato che farà ricorso alla magistratura per danni, violazione di legge e abuso di potere, magistratura a 360 gradi.

Molta delusione e rabbia, ma la nostra soddisfazione non ne è minimamente scalfita.

Assisteremo ad altre manovre.

Oggi però, al di là di ogni disquisizione, è stato rimesso a posto ciò che era stato iniziato male e malamente svolto, insistendo con una procedura che non offre garanzie.

Soddisfazione per tutti coloro che si sono battuti contro l’inceneritore, non manifestando una generica opposizione politica all’insediamento, ma scavando nella questione sul piano giuridico e tecnico, mobilitando la cittadinanza, tempestando gli uffici di tutte le amministrazioni interessate, cercando appoggi in Regione a destra e a sinistra.

C’è molto da riflettere su tutta la vicenda.

Primo, i comitati servono perché molto dell’impegno civico concreto passa attraverso essi.

La politica può diventare virtuosa alleandosi con essi senza pretendere di metterci sopra il cappello e senza presunzione.

Secondo, con questa vicenda è stato dimostrato che la politica non assolve il proprio compito se semplicemente si adegua ai tecnici senza esercitare su di essi il controllo necessario, soprattutto se si tratta di problemi che coinvolgono il bene-essere di intere comunità.

Il controllo deve essere preciso, senza soggezioni intellettuali e soprattutto informato.

Diversamente la distinzione tra ruolo politico e tecnico-amministrativo diventa un atteggiamento pilatesco con possibilità di gravi distorsioni.

Terzo, il parere della Regione su cui tutti i tecnici pubblici sembrano attestarsi (quasi a farsene scudo come si facevano scudo del precedente parere) muove da norme che erano leggibili anche a Dicembre.

Non c’è stata alcuna modifica.

Potevano essere lette da tutti i tecnici comunali, provinciali, di ASL e di ARPA: la procedura “in semplificata” non poteva essere adottata.

Come lo sapevamo noi, anche tutti i tecnici delle varie amministrazioni locali potevano e dovevano saperlo.

Nel Consiglio comunale del giorno 8 Settembre Varisco, rivolgendosi al Sindaco, ha pronunciato una frase che dovrebbe far riflettere: “Io non mi sento – ha detto Varisco – tutelato da questi tecnici”.

Quarto, tutto quanto detto sopra pone la questione pesante delle responsabilità.

Nei primi mesi del 2011 la Ecotrattamenti fece richiesta di non assoggettabilità a VIA del progetto di incenerimento rifiuti.

Il Comune rimase inerte e ciò costituì l’elemento (scusante) per la Provincia di esclusione della VIA. 

E’ indubbio che qui c’è responsabilità della precedente amministrazione.

Ma i funzionari comunali non portano alcuna responsabilità?

Hanno almeno fatto presente all’Amministrazione, formalmente, l’importanza e la necessità, su una questione di tale portata, di opporsi alla richiesta di Ecotrattamenti?

I funzionari provinciali sulla esclusione dalla VIA non portano alcuna responsabilità?

Gli stessi funzionari non portano alcuna responsabilità per aver condotto per ben 8 mesi le danze sulla base di una procedura rivelatasi in seguito non ammissibile?

E’ possibile che i funzionari regionali prima esprimano un parere e successivamente lo correggano scusandosi di quello che definiscono un semplice disguido?

Insomma è possibile pensare a un Paese civile dove i funzionari preposti ci tutelino, come chiede Varisco o è una bestemmia perfino domandarselo?

Quinto, i consulenti pagati dall’Amministrazione a cosa sono serviti?

Noi siamo soddisfatti di questo primo risultato, ma non possiamo non rilevare che tutti questi funzionari, operando come hanno operato, hanno ficcato le amministrazioni da cui dipendono (e se stessi) in un pasticcio inenarrabile con prevedibili sviluppi.

Eppure era così semplice, bastava seguire le norme.

Una nota positiva va rilevata.

Bene stavolta il Sindaco, sia nella seduta del Consiglio comunale, sia nella Conferenza dei Servizi.

Bene anche perché ha mostrato consapevolezza che la battaglia non è conclusa definitivamente.

Però l’angoscia di cui ha raccontato, con accenti di sincerità, nella seduta di Consiglio, non gli veniva da alcuni consiglieri e dal Comitato che lo pressavano, ma da tutti quei funzionari che gli spiegavano che non c’era niente da fare e dai personaggi che dicevano che bisognava affidarsi ad un miracolo.

Non c’è stato nessun miracolo a meno che si voglia considerare miracolo una semplice “ulteriore verifica” fatta in Regione.

Ma, a ben pensarci, forse un miracolo c’è stato.

E’ quello dello scioglimento della cappa che in Regione sui rifiuti ha tenuto sotto tutti.

Ora molti personaggi devono  fare i conti con la Legge.

Spesso ci è stata riservata la volgare espressione di “rompicoglioni”, associandoci in questo agli altri rompicoglioni del Comitato “+Limbiate-cemento”.

Ci sono varie specie di rompicoglioni, quelli che chiedono e quelli che danno.

Questi secondi, anche se pochi, sono come il lievito per la farina, la tormentano continuamente per farla crescere.

Oggi siamo contenti per il tormento che abbiamo dato.

 

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CONFERENZA DEI SERVIZI: INCENERITORE DI PINZANO

Presso la sede di Mombello della Provincia il giorno 5 Luglio si è svolta un’altra tormentata Conferenza dei servizi sul progetto di impianto per il trattamento di rifiuti speciali comprensivo di gassificatore e combustore in località Pinzano.

Abbiamo saputo della convocazione della Conferenza solo due giorni prima, occasionalmente.

Con una serie di telefonate Mauro Varisco ha organizzato una delegazione del Comitato più Limbiate meno cemento.

Noi abbiamo partecipato con il consigliere comunale Giulio Fossati.

Il giorno 3 Luglio Varisco ha fatto pervenire una formale richiesta di partecipazione a tale Conferenza.

Il responsabile del Servizio provinciale e presidente della Conferenza, dottor Lopez, giunto alla riunione con insopportabile ritardo, ha comunicato ai rappresentanti del Comitato e al consigliere Fossati che non avrebbero potuto partecipare.

“La conferenza è a livello tecnico. Voi dovete andar via. Del resto vi abbiamo già sentiti a Dicembre”.

Questo in sostanza ha detto l’ineffabile dottor Lopez.

Ed è stato subito scontro pesantissimo.

Per mezz’ora è stato un batti e ribatti sulla possibilità o meno della presenza del Comitato e del consigliere Fossati.

Alle vibrate proteste di Varisco che chiedeva di tirar fuori il regolamento delle conferenze di servizi, il dottor Lopez, non sapendo più cosa rispondere, ha chiamato in soccorso un avvocato della Provincia.

Insomma una bella baruffa conclusa con l’accettazione della presenza del Comitato e del consigliere Fossati dichiaratosi consigliere comunale e vicepresidente della Commissione Territorio del Comune di Limbiate.

Per troncarla sul nascere, sarebbe bastato che il Sindaco dichiarasse che i rappresentanti del Comitato e il consigliere Fossati facevano parte della sua delegazione.

Ma il Sindaco non ha ancora capito che il Comitato può essere il suo miglior alleato nella contesa per le competenze acquisite sul piano procedurale e su quello tecnico, come poi nello svolgimento della Conferenza Varisco e Fossati hanno dimostrato.

Forse, però, il Sindaco ritiene il Comitato un inciampo nel cercare di accomodare, in un qualsiasi modo, la questione.

Nei prossimi giorni relazioneremo puntualmente sullo svolgimento della Conferenza.

Il Sindaco De Luca in sostanza ha dichiarato che era presente per rappresentare la posizione del Consiglio comunale che si era espresso all’unanimità contrario all’insediamento dell’impianto a livello politico.

Sembrava di sentire le parole dell’assessore Sala durante l’audizione avvenuta in Provincia davanti alla Commissione ambiente sul problema delle vasche ex SNIA.

Il Consiglio comunale di Limbiate non ha fatto distinzione tra il livello politico e quello tecnico.

Introdurre questa distinzione vuol dire assumere una posizione da notaio estraneo all’oggetto su cui si discute.

No, Lui è parte in causa.

Il Consiglio comunale non ha espresso un parere, non gli compete, ha fissato un obiettivo: no all’inceneritore.

Il compito del Sindaco è quello di dotarsi di tutti gli strumenti tecnici e giuridici.

Il suo scopo è quello di impedire l’insediamento dell’impianto.

Se la vicenda si concluderà male è a lui, non solo ai funzionari, che si chiederà conto.

E’ da un anno che la Provincia mena il can per l’aia e a noi sembra di aver capito il suo orientamento.

Abbiamo capito il senso del balletto delle Conferenze, delle sollecitazioni ad integrare.

La comprereste un’auto che è un prototipo che non ha mai circolato e che ha un continuo bisogno di interventi per poterla mandare in strada?

Questo tipo di inceneritore sarebbe l’unico, mai sperimentato prima.

Circola voce che l’impianto di Pinzano si sta smontando per venderlo a Santo Domingo. Se fosse vero, che occasione ci siamo persi.

E’ da Settembre dello scorso anno che le questioni sono chiare e sulle quali cerchiamo di attirare l’attenzione.

Riassumiamole.

L’impianto andrebbe a situarsi in una zona popolosa ameno di 500 metri da oratorio, chiesa, scuole e abitazioni.

Il vigente PRG vieta l’insediamento di impianti di questo genere.

La procedura semplificata, utilizzata dai proponenti il progetto, non è ammessa per un impianto con potenzialità così alte.

La questione è cruciale perché in caso di semplificata si evitano tutte le procedure di collaudo all’inizio della costruzione, in itinere e alla fine.

La semplificata permette di evitare la VIA cioè di quello strumento di prevenzione nella gestione del territorio in virtù della quale si intende evitare sin dall’inizio l’inquinamento e tutti i danni ambientali, svincolandosi da concezioni riparatrici del danno.

La VIA permette la trasparenza delle decisioni pubbliche, la sostenibilità di ogni singolo progetto, la partecipazione di tutti gli attori sociali, prevedendo, in mancanza di reali vantaggi per la collettività, la rinuncia dell’opera qualora gli effetti siano tali da essere in grado di provocare all’ambiente danni irreversibili o al di sopra delle soglie accettabili.

La normativa regionale considera il territorio di Limbiate area critica, pertanto, non possono essere aggiunti elementi di aggravamento.

Dopo un’ora di discussioni il Sindaco abbandona il campo, probabilmente per ragioni importanti, lasciando nelle mani di un funzionario comunale e degli altri tecnici lo svolgimento della Conferenza che si protrae per altre due ore, marcando di fatto la sua astensione rispetto alle questioni tecniche e procedurali.

Tanto se l’impianto sarà autorizzato sarà responsabilità dei tecnici, se invece non sarà autorizzato si potrà menarne vanto.

Viene in mente la furbizia dei sensali di una volta che si riunivano al foro boario in attesa del contadinotto scemo.

Prossima Conferenza a Settembre.

 

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GASSIFICATORE A LIMBIATE: GASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI? NO GRAZIE.

LA NOSTRA POSIZIONE SULL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI CHE STA NASCENDO IN VIA XX SETTEMBRE A LIMBIATE, DETTO ANCHE GASSIFICATORE, DISSOCIATORE MOLECOLARE, PIROGASSIFICATORE:

Il referendum di giugno ha sentenziato con il parere di 27 milioni di cittadini che il servizio di igiene urbana in quanto servizio pubblico di rilevanza economica debba rimanere pubblico e questa è la nostra stella polare.

Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato 4 sì per la tutela dei beni comuni e per l’uscita di tutti i servizi a rilevanza economica dalle logiche di mercato.

Un voto netto e chiaro, con il quale 27 milioni di donne e uomini, per la prima volta dopo decenni, hanno ripreso fiducia nella partecipazione attiva alla vita politica del nostro paese e hanno indicato un’inversione di rotta rispetto all’idea del mercato come unico regolatore sociale.

Durante la campagna elettorale la nostra coalizione ha spostato queste tesi e sostenuto convintamente 4 sì al referendum tanto da creare un Assessorato ai Beni Comuni.

Quindi credo che la tutela dei beni comuni e la gestione pubblica dei servizi pubblici a rilevanza economica sono alcuni degli indirizzi politici dell’ Amministrazione De Luca.

Ne consegue che il dibattito che si dovrebbe svolgere in Consiglio Comunale e nella Giunta, ma più in generale nell’ambito politico, rispetto la realizzazione o meno di un gassificatore a Limbiate, non deve concentrarsi sulla questione tecnologica, che di fatto non è competenza del Consiglio Comunale. Ma deve concentrarsi sull’opportunità o meno di liberalizzare il trattamento termico dei rifiuti.

Questa è la questione politica.

Non importa se sia Tizio o Caio a realizzare gli impianti, quello che stiamo discutendo oggi e se dare la possibilità a chiunque sia in grado di reperire rifiuto urbano o speciale di realizzarsi un impianto per il loro trattamento termico.

Siamo fermamente convinti che la provincia di Monza e Brianza debba mirare alla realizzazione di un PUBBLICO sistema di gestione integrata dei rifiuti, promuovendone il volare economico attraverso la raccolta differenziata ed il recupero energetico per la parte residuale, chiamata anche indifferenziata. Crediamo che  i rifiuti urbani residui debbano essere ridotti il più possibile, attraverso un potenziamento della raccolta differenziata e attraverso un percorso di rinnovamento tecnologico della filiera produttiva, promuovendo materiale riciclabile al 100% e riducendo così al massimo le emissioni di CO2 del ciclo integrato dei rifiuti di origine umana (antropogenica).

PERTANTO SIAMO CONTRARI ALLA NASCITA DI NUOVI IMPIANTI CHE TRATTANO RIFIUTI URBANI RESIDUI ED ALIMENTARE TALI INTERESSI.

Nelle varie fasi che caratterizzano tale attività, l’installazione di impianto di trattamento di rifiuti comporta diversi impatti sull’ambiente circostante. Dalla raccolta dei rifiuti al loro stoccaggio, arrivando ai vari trattamenti, diverso è il potenziale impatto, che va dagli incidenti stradali e la perdita di liquami, lo sviluppo di vapori e odori, alle emissioni in atmosfera di gas potenzialmente tossici con il conseguente rischio sanitario.

Per questo crediamo che prima dell’inizio dei lavori per la creazione di un impianto di questo tipo si sarebbe dovuto instaurare un confronto tra proponente e Pubblica Amministrazione, che prima di concedere o meno le dovute autorizzazioni deve in modo severo e critico valutare tutti gli impatti che questo tipo di impianto può avere sulla città e sui cittadini, scegliendo con cura anche la migliore locazione di una struttura che impatta non solo sul traffico ma anche visivamente sulla città e sul mercato immobiliare.

Crediamo che la cittadinanza debba poter rendersi conto prima di che cosa gli sta nascendo vicino a casa ed essere cosciente che tale impianto  sia ubicato nel luogo più adatto della città, adeguatamente progettato, realizzato e gestito. Partecipazione e conoscenza devono essere le parole d’ordine per permettere in seguito alla cittadinanza di esprimersi coscientemente sulla volontà o meno di ospitare un tale impianto sul proprio territorio.

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