ACQUA PUBBLICA SPETTACOLO A LIMBIATE

H2Oro VOLANTINO

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Acqua rubata – In onda domenica 7 febbraio 2010 alle 21.30

di Domenico Iannacone, Danilo Procaccianti, Vincenzo Guerrizio e Riccardo Iacona

 

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Il parlamento tre mesi fa ha accelerato il processo di privatizzazione della gestione dell’acqua e ha imposto agli enti locali di mettere questo servizio a gara. Da quel momento meta’ Italia e’  in fibrillazione .
Regioni come  la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, l’Alto Adige  e centinaia di comuni e province oggi gestiscono direttamente il servizio idrico e forniscono  un ottimo servizio  ai cittadini.  Milioni di italiani rischiano di non poter godere piu’ di un servizio efficiente ad un prezzo equo.
In alcune regioni e province alcune societa’ private hanno gia’ da anni  mano libera per  la gestione degli acquedotti e decine  di comitati dei cittadini  contestano dati alla mano  la loro gestione.

“Presadiretta” ha toccato alcuni punti dolenti :
ad Agrigento, con le tariffe piu’ costose di Italia l’acqua arriva a singhiozzo appena qualche ora ogni settimana;
ad Arezzo, le bollette sono molto salate (terze in Italia) e gli investimenti dell’azienda che distribuisce l’acqua sono sotto la media nazionale;
ad Aprilia il consiglio di stato ha dato ragione al comitato dei cittadini e al movimento dei sindaci che si battono per  riprendersi la gestione dell’acqua.

E mentre in Italia si spinge sulla privatizzazione in Francia si sta andando nella direzione opposta:
con ACQUARUBATA siamo andati a vedere perche’  il comune di  Parigi ha deciso, a 25 anni dalla privatizzazione, di riprendersi  la gestione dell’acqua.
ACQUARUBATA affronta anche l’annosa questione  delle “acque minerali” : un’acqua letteralmente “regalata”: le societa’ che producono e imbottigliano acqua minerale pagano alle  regioni  canoni ridicoli per l’utilizzo delle sorgenti.  
ACQUARUBATA e’ un viaggio nel mondo della “acqua pubblica” e della “acqua privata” che cerca di rispondere a questa domanda :  e’ giusto e sensato  che a decidere la gestione e l’utilizzo dell’acqua, un bene essenziale per la sopravvivenza, sia una societa’ che ha l’obbligo di guadagnarci sopra?

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CARTA EUROPEA DELL’ACQUA

CICLOH20

Promulgata il 6 Maggio del 1968 a Strasburgo dal Consiglio d’Europa è ancora scarsamente conosciuta e osservata anche dai maggiori responsabili delle condizioni e dei pericoli che vi sono accennati, ma anche dai consumatori che usano e trattano l’acqua sconsideratamente.

Per fortuna la Direttiva 2000/60/CE del parlamento Europeo stabilisce finalmente delle regole per una politica comunitaria per la gestione dell’acqua. La direttiva dovrà essere recepita nei tempi stabiliti da tutti gli stati membri.

 PRIMO PRINCIPIO

Non c’è vita senz’acqua. L’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane.

 SECONDO PRINCIPIO

Le disponibilità d’acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle e se possibile accrescerle.

 TERZO PRINCIPIO

Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono.

 QUARTO PRINCIPIO

La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste; ma deve specialmente soddisfare le esigenze della salute pubblica.

 QUINTO PRINCIPIO

Quando l’acqua, dopo essere utilizzata, viene restituita al suo ambiente naturale, essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che in questo ambiente potranno essere fatti.

 SESTO PRINCIPIO

La conservazione del manto vegetale, di preferenza forestale, è essenziale per la salvaguardia delle risorse idriche.

SETTIMO PRINCIPIO

Le risorse idriche devono formare oggetto di un inventario.

 OTTAVO PRINCIPIO

La buona gestione deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti.

 NONO PRINCIPIO

La salvaguardia dell’acqua implica un notevole sforzo di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di formazione del pubblico.

 DECIMO PRINCIPIO

L’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura.

 UNDICESIMO PRINCIPIO

La gestione delle risorse idriche deve essere inquadrata nel bacino naturale, piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.

DODICESIMO PRINCIPIO

L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune che necessita di una cooperazione internazionale.

Con la direttiva 2000/60/CE il parlamento europeo stabilisce che la tutela e la conservazione delle risorse idriche è

obiettivo strategico europeo, e che la direttiva è stata emanata in base ai seguenti punti fondamentali sulla situazione

europea delle risorse idriche:

  • Il 20% di tutte le falde acquifere dell’Unione Europea è seriamente minacciato dall’inquinamento;
  • Le falde acquifere forniscono circa il 65% di tutta l’acqua potabile europea;
  • Il 60% delle città europee sfrutta eccessivamente le proprie risorse idriche;
  • Il 50% delle terre con falde acquifere si trova in uno stato di emergenza a causa dell’eccessivo sfruttamento delle stesse;
  • La superficie delle terre irrigate nell’Europa meridionale è aumentata del 20% dal 1985 ad oggi.

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Allora si che potremmo iniziare a dire che almeno per qualcuno i SOLDI CADONO DAL CIELO

La dichiarazione universale dei diritti umani (CLICCA SULL’IMMAGINE PER SAPERNE DI PIù)  dice che l’acqua potabile è un diritto essenziale per la vita. Oggi 1,5 miliardi abitanti della terra ha sete. Mentre 2,5 miliardi sono quelli che non hanno accesso a servizi sanitari adeguati.  Se un africano ha al massimo 10-20 litri di acqua a disposizione ogni giorno, in occidente la sprechiamo. Noi italiani ne consumiamo 200 litri al giorno, di questi 2 li beviamo il resto se ne va per altri consumi  e molti sprechi.

L’acqua serve per dissetarsi, per lavarsi, per cercare ristoro dal caldo, per far abbeverare le bestie, per lavare i panni.

C’è sempre stato un “patto” di rispetto in tutte le civiltà verso la sacralità dell’acqua, ma adesso le cose stanno cambiando e non in meglio.

La nostra società, fondata principalmente sul denaro e sul profitto, vede l’acqua come una merce, vale a dire qualcosa su cui lucrare. Così l’acqua è diventata merce, fonte di profitto, comprata e venduta come un telefonino o un vestito, quotata in borsa come tutti i prodotti di consumo, ed in questi anni sono aumentati in maniera esponenziale i consumi di acque imbottigliate e di acque minerali di lusso. Perché? Ma è possibile che vengano depredate fonti di acqua preziosa solo per fare business? E’ giusto privatizzare l’acqua pubblica come sta succedendo in Italia? E davvero l’acqua dei rubinetti italiani finirà nelle mani di multinazionali che la venderanno a caro prezzo?

http://www.community.rai.it/forumThreads/view/4b0285d4-4380-4897-af5c-5fdad4a2449f

QUANDO LA SINISTRA FA LA SINISTRA, LE COSE FUNZIONANO BENE PER TUTTI

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Governo Vendola: la giunta approva la legge su acqua bene comune.

Stampa questo post venerdì 05 febbraio 2010 10:59 – di redazione – Categorie: Articoli

La Giunta Regionale pugliese ha approvato oggi il disegno di legge regionale che sancisce il principio dell’acqua bene comune dell’umanità, per cui il servizio idrico integrato deve essere necessariamente gestito da un soggetto pubblico. Lo rende noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati relatore del provvedimento.

Il disegno si compone di 15 articoli che stabiliscono i termini di governo e gestione del Servizio Idrico Integrato attraverso la costituzione dell’azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese – AQP”.

Specificamente si stabiliscono i principi dai quali trae ispirazione l’intero disegno di legge, ovvero che l’acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita, non assoggettabile a leggi di mercato, il cui approvvigionamento deve essere difeso e garantito dalla Regione Puglia. Viene inoltre sancito il principio secondo cui il servizio idrico integrato è privo di rilevanza economica e deve essere sottratto da ogni regola della concorrenza.

Il disegno di legge istituisce l’azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese – Aqp”, che subentra all’Acquedotto pugliese s.p.a. e sarà amministrata in forma di azienda pubblica regionale priva di scopo di lucro che potrà eventualmente gestire attività diverse dal servizio idrico integrato, attraverso la costituzione di società anche miste, purchè gli utili siano utilizzati per migliorare il servizio.

Per garantire inoltre la disponibilità e l’accesso all’acqua come diritti inviolabili dell’umanità, il disegno di legge istituisce un fondo regionale per il diritto all’acqua ed uno di solidarietà internazionale. Il primo, gestito dalla Regione Puglia con i Sindaci associati nell’ambito territoriale ottimale, mira a garantire il livello essenziale di accesso all’acqua per soddisfare i bisogni essenziali di vita di ogni Cittadino, che saranno garantiti gratuitamente e a carico della fiscalità generale; il secondo invece tende a rimuovere gli squilibri economici e sociali e a contribuire a garantire il diritto all’acqua potabile a quelle popolazioni che non hanno accesso ai servizi idrici.

Il Consiglio d’amministrazione dell’azienda regionale sarà composto dal presidente, dal vice presidente e da tre consiglieri d’amministrazione nominati dall’assemblea dei sindaci pugliesi.

“Il servizio idrico integrato gestito da un soggetto pubblico – ha commentato l’assessore Fabiano Amati – è la migliore garanzia per affermare nei fatti piuttosto che a parole che l’acqua è un bene comune dell’umanità. Se questo è vero in generale, è altrettanto necessario in Puglia: una regione che notoriamente non ha acqua e per questo la capta e adduce dalle regioni limitrofe, attraverso l’opera ingegneristica più complessa del mondo e più grande d’Europa.

L’acquedotto pugliese fu realizzato per emancipare i pugliesi dalla sete e dall’ingiustizia – ha concluso Amati – ed ancora oggi abbiamo la necessità d’affermare la pubblicità del servizio idrico integrato per non trovarci catapultati in più nuove forme di ingiustizia, che sarebbero realizzate attraverso la gestione privata del servizio, disperdendo il tanto e il buono fatto negli ultimi cinque anni da AQP.”

 

Proposta concernente il diritto all’acqua e definizione del SII come privo di rilevanza economica

Proposta di modifica/integrazione dello Statuto Comunale/Provinciale

Art. ……

Il Comune / La Provincia di ………………. dichiara di :

- riconoscere il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico ;

- confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà ;

- riconoscere che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgas n. 267/2000.

CLICCA SULL’IMMAGINE PER SCARICARE LA DELIBERA IN PDF

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